
Petronio
Oggi la maggior parte dei filologi concorda che Petronio sia vissuto nel I sec d.C. E che sia stato costretto al suicidio nel 66 durante la repressione neroniana della “congiura dei Pisoni”. Tacito negli Annales fornisce il ritratto di un intellettuale che coincide con l'autore del romanzo: uomo dalla cultura e dal gusto raffinato, anticonvenzionale nei suoi atteggiamenti, ma abile e deciso nel momento del comando e dell'azione. Anche i riferimenti interni al testo confermano l'ipotesi di una composizione dell'opera in età neroniana. Quasi tutti i codici del Satyricon ne attribuiscono la paternità a Petronio Arbitro, ma non è stato facile identificare questo autore con sicurezza.
Il romanzo petroniano è ancora ampiamente mutilo: ignoriamo il numero complessivo di libri di quest'opera, di cui sono pervenuti in gran parte il XIV e il XVI e per intero il XV, contenente la celeberrima “Coena Trimalchionis”.


La trasmissione del racconto petroniano ha seguito un percorso lungo e travagliato: solo nel XVII secolo fu pubblicata un'edizione che riuniva tutti i frammenti, riscuotendo un grande successo. Le ragioni che hanno ostacolato la diffusione e la conservazione completa dell'opera sono: il realismo con cui viene riprodotto un mondo degradato, il linguaggio crudo , l'esplicita descrizione di esperienze erotiche hanno impedito al romanzo di entrare nei circuiti scolastici e hanno posto problemi morali nelle epoche successive.
Il romanzo è ambientato nell'epoca giulio-claudia: un'epoca dominata dalla classe dei “nuovi ricchi”, i liberti. Inaugura un genere: quello del romanzo che poi verrà chiamato “picaresco”, i cui temi fondamentali sono il viaggio, l'avventura, il convito, l'eros. La cena di Trimalchione è certamente il convito più carnale dell'antichità: l'opposto dei conviti platonici.
La vicenda è narrata da uno dei protagonisti, un filosofo esteta stravagante di nome Encolpio, narratore omodiegetico e passivo che registra le varie scene intervenendo talora con una sottile ironia che non assurge mai a critica morale. Tali eventi culminano con l'arrivo al banchetto. La casa è sontuosa quanto kitsch: ha un numero incredibile di stanze e rispecchia in pieno il gusto del proprietario. Tra una portata strabiliante e l'altra c'è la descrizione della moglie, Fortunata; una donna scaltra che con la lingua “taglia e cuce”. Risalta l'ostentazione delle ricchezze e del lusso del liberto, che mantiene la sua rozzezza, esplicita in ogni suo gesto.
Ad un tratto fa il suo ingresso nella sala il marmista Abinna che dovrà fare il monumento funebre di Trimalchione. La cena è pervasa da malinconia e quel senso di decadimento che fa dire a un convitato che noi siamo simili a delle bolle di sapone.
Il Satyricon è li straordinario e disincantato ritratto di un mondo che si prefigge unicamente di dilettare il lettore, colpisce l'assenza di qualsiasi traccia di giudizi moralistici.
Il tempo del discorso è lento, quasi immobile. Questa sensazione di immobilità è accentuata da uno spazio percepito come labirintico, entro cui si incrociano sempre gli stessi personaggi e oggetti. Il culmine di questa percezione è la casa di Trimalchione, che si chiude sui convitati come una vera e propria trappola.
Petronio sfrutta abilmente la commistione di diversi generi letterari: la narrativa greca (il romanzo ellenistico) e la grande epica classica, entrambe però rilette in chiave parodica; inoltre la satira Menippea (per numerosi inserti poetici).
Il Satyricon occupa una posizione originale rispetto ai generi letterari codificati nella letteratura latina, questo ha reso l'opera sfuggente a rigide classificazioni. Il romanzo petroniano, realistico e vario nei contenuti, utilizza un linguaggio altrettanto caleidoscopisco e cangiante, condotto all'insegna del realismo anche stilistico. Il risultato è un godibilissimo pastiche in cui si mescolano senza stridori termini alti ed espressioni in tutto degne dell'età neroniana.

Due scene del Fellini Satyricon, un film del 1969, co-scritto e diretto da Federico Fellini.

Alla fine degli anni Sessanta, Federico Fellini ne fece un film. Fellini intuì con molta preveggenza la drammatica attualità dei due personaggi principali del romanzo. La loro rivolta, pur non avendo nessun carattere delle rivolte tradizionali, si traduce in termini di assoluta ignoranza e distacco dalla società che li circonda.